La domanda è questa: per guarire dai disturbi alimentari è necessario fare palestra? Mi spiego meglio: in questi anni, soprattutto su Instagram, ho visto passare il messaggio “le passioni (sottinteso lo sport e in particolare il bodybuilding) salvano la vita”. Le passioni sono belle, ci possono far svagare e far felici ma non salvano la vita. La vita la salva (se parliamo di DCA, come stiamo facendo) la medicina, un percorso di cura della mente e del corpo supportato da specialisti. Mi sembra che spesso il messaggio che viene veicolato sia che per non avere paura di mangiare o di mettere peso bisogna per forza alzare pesi. Ma questo è guarire dai DCA?
Il rischio è quello di passare da un’ossessione all’altra. Forse addirittura da un DCA a l’altro.
Anoressia e bulimia hanno a che fare con la ricerca e la perdita del controllo e ovviamente con il corpo, nel tentativo di concentrarsi sull’aspetto estetico invece di affrontare quello che c’è dentro di noi o le situazioni che ci circondano. E se la sala pesi o il crossfit o magari un altro sport per bruciare calorie ed essere più asciutti possibili, fossero solo un altro modo per tenere un po’ le redini della nostra vita? Per mantenere un po’ di quel controllo che sembra sfuggirci continuamente dalle mani? E se la corazza di un fisico forte nascondesse un interno ancora fragile? E se quel benessere fosse solo superficiale? E se la palestra fosse sono un’altra fuga dalla realtà?
Non fraintendetemi, fare sport fa bene ed è uno svago positivo per staccare la mente dalla quotidianità. Fare sport aiuta ad acquisire sicurezza in se stessi e a fare scelte sane. Ma ci vuole equilibrio.
Può succedere che una volta migliorato un po’ il rapporto con il cibo, magari quando si comincia di nuovo ad alimentarsi o si smette di avere abbuffate e magari ci si iscrive anche in palestra, che ci si tenga molto ad avere un’alimentazione corretta. “Troppo corretta”. Questo è un disturbo alimentare. Si chiama ortoressia, è l’ossessione per mangiare “giusto” e per essere in “perfetta” salute. L’ortoressia alla fine porta alla malnutrizione e, come gli altri DCA, al deterioramento delle relazioni sociali (di cui ho parlato nel precedente articolo). Spesso si mangia da soli, ci si sente quasi migliori per il fatto di mangiare solo cibi naturali, si ha la necessità di conoscere ogni singolo ingrediente contenuto negli alimenti, di programmare ogni pasto, si è molto severi con se stessi e si prova senso di colpa quando si trasgredisce alla dieta. Tutto questo viene spesso giustificato in nome di un obiettivo sportivo. Ma è davvero così? Sto davvero mangiando? Sto davvero diventando più sana?
Guarire dai DCA vuol dire accettare la perdita di controllo. In primo luogo dell’alimentazione. Per esempio facendo pasti fuori, cucinando senza pesare gli alimenti o mangiando di più senza andare in crisi. In secondo luogo del corpo. Per esempio accettando le variazioni di peso e i cambiamenti del nostro fisico. E non vedere come positivo solo l’aumento di peso dato dai “muscoli che stanno crescendo per la palestra”, ma piacerci anche se mettiamo questa benedetta massa grassa. In terzo luogo della vita. Molte cose della nostra vita non possono essere controllate, soprattutto se dipendono dagli altri e non da noi. E bisogna accettarlo, a volte bisogna lasciare che gli altri facciano il loro percorso, anche i loro sbagli, accettarli per come sono o allontanarci e concentrarci su di noi, su quello che possiamo fare noi per volerci bene.
Guarire dai DCA vuol dire accettare e amare il nostro corpo sempre, anche quando siamo gonfi, non allenati, con le smagliature, con la cellulite e con la pancetta. Guarire dai DCA vuol dire amare la morbidezza e le forme del corpo femminile. Guarire dai DCA vuol dire non cercare la perfezione, una perfezione che non esiste, imposta da noi stessi o da altri modelli. Guarire dai DCA vuol dire non pensare costantemente a massa grassa, magra e ricomposizione corporea. Guarire dai DCA vuol dire mangiare sì per nutrirsi e allenarsi ma anche per piacere e voglia. Guarire dai DCA vuol dire non aver bisogno di fare sport per forza e dare la priorità ad altre cose della vita. Guarire dai DCA vuol dire non riversare le emozioni sul cibo e il corpo e insieme accettare che siamo umani e a volte è normale esagerare o non mangiare per fame o perché magari siamo stanchi, nervosi o con il ciclo o perché semplicemente ci andava o anche no ma è successo. Guarire dai DCA vuol dire avere la consapevolezza che un corpo scolpito non ci darà la serenità che cerchiamo.
E come si fa a trovare la serenità? Si fa innanzitutto rivolgendosi ad esperti e psicologi perché la chiave è la salute della mente. Bisogna affrontare la realtà e le nostre paure. Sciogliere i nodi interiori e cambiare il mio modo di affrontare le difficoltà. Le difficoltà possono essere varie, possono avere a che fare con la famiglia, con l’amore, con lo studio o con il lavoro, il punto è che non vanno riversate sull’alimentazione o sullo sport o su come ci vediamo allo specchio. Mettiamoci in forma dentro e poi la forma fuori seguirà.
Facciamo sport per farci bene, per piacere, per divertirci, non per bruciare calorie, non per poter mangiare di più, non per dover mangiare di meno. Facciamo sport rispettandoci, riposiamoci se siamo stanchi, non bisogna sentirsi obbligati ad allenarsi per forza. Va benissimo non aver voglia di allenarsi e va benissimo pensare “uff che noia”, non dobbiamo sempre convincerci e mostrarci entusiasti di fare sport. Non siamo macchine, non siamo fatti di acciaio, è giusto rispettare i nostri limiti, corporei e mentali. Nessun senso di colpa, è sano preferire un aperitivo a un allenamento, è giusto mangiare pizza e carboidrati anche se non sono pasti post workout! Non associamo lo sport al peso, si fa sport anche per fare nuove amicizie e per rilassarsi, non per isolarsi e privarsi. Facciamo sport per aiutarci a ridurre lo stress e migliorare l’umore ma non illudiamoci di trovare serenità, soddisfazione, felicità nella forma fisica, in quanti muscoli abbiamo, in quanto siamo magri o in quanto siamo forti a sollevare pesi.